ATTI DEGLI APOSTOLI 13 e 14 ci danno tanti dettagli sul modo
di operare dei primi apostoli mandati dallo Spirito Santo. La chiesa della
città di Antiochia nacque dopo la fondazione delle prime due chiese: la chiesa
di Gerusalemme composta di Giudei e la chiesa nella casa di Cornelio composta
di non-Giudei. Fu ad Antiochia che per la prima volta i discepoli di Cristo
furono chiamati cristiani (Att 11:26). Il primo invio di apostoli da una chiesa
e per mezzo dello Spirito Santo avvenne ad Antiochia.
In Atti 13 leggiamo che gli uomini scelti per l’apostolato
erano già equipaggiati con dei doni dello Spirito Santo come profeti e insegnanti (Att 13:1) e furono scelti “mentre celebravano il servizio al Signore e digiunavano” (v.2): si
erano appartati per “servire” o “ministrare a Dio”; adorarlo, lodarlo e stare
alla Sua presenza. Erano in uno stato di apertura a Lui e volevano stare a
disposizione per il Signore: la loro intenzione era quella di venire alla Sua
presenza e di “servirlo”: non volevano fare nessun’opera per Lui.
Da questo episodio impariamo che senza vocazione da parte
dello Spirito Santo nessuno può iniziare a lavorare quale apostolo: Dio non
desidera dei volontari. i fratelli confermarono la chiamata, inviandoli.
(v.3). Lo Spirito parlò direttamente
agli apostoli, ma parlò anche indirettamente per mezzo dei profeti e
insegnanti. “lo Spirito Santo disse: «Mettetemi da parte Barnaba e Saulo per
l'opera alla quale li ho chiamati»”(v.2)
La chiamata era personale, ma la messa da parte era corporativa.
L’imposizione delle mani era soltanto la conferma di ciò che Dio aveva già
operato.
IL LORO MODO DI LAVORARE
Che cosa fecero gli apostoli dopo essere stati chiamati per
mezzo dello spirito santo e confermati dai collaboratori? I fratelli espressero
soltanto l’identificazione imponendo loro le mani ma non assunsero alcuna
responsabilità ufficiale quanto agli spostamenti, metodi di lavoro o al
sostegno materiale degli apostoli. Lo spirito santo li aveva chiamati e lui era
il loro unico superiore.
Nei capitoli 13 e 14 vediamo il loro modo di lavorare.
Att 13:4-6 Essi
dunque, mandati dallo Spirito Santo, scesero a Seleucia e di là si imbarcarono
per Cipro. Giunti a Salamina, annunziarono la parola di Dio nelle sinagoghe dei
Giudei; or avevano anche Giovanni come aiutante. Poi, attraversata l'isola fino
a Pafo, trovarono lí un mago, falso profeta giudeo, di nome Bar-Gesú…
Fin dall’inizio questi inviati erano itineranti con continui
spostamenti e un ininterrotto lavoro. Un vero apostolo è un uomo che viaggia
intorno e non si stabilisce fra le chiese da lui fondate. Egli può tornare alla
chiesa di base (14:27-28) ma sarà di nuovo uno fra gli anziani, un profeta o
insegnante.
Durante i viaggi gli apostoli Barnaba e Paolo fondarono una chiesa locale ad
Antiochia di Pisidia, ma non vi restarono per edificarla ma andarono avanti per
fondare altre chiese. Non mirarono soltanto a una singola città, ma a “tutta la regione” (13:49) L’abitudine
attuale di stabilirsi in un luogo per pascervi un certo gregge non ha alcun
precedente nella Scrittura. L’apostolo è un inviato e un apostolo sedentario è
una contraddizione nei termini.
In Atti 13:50 la persecuzione costrinse gli apostoli a
lasciare la chiesa di Antiochia di Pisidia e andare in un'altra città. Quale
effetto aveva questa partenza precoce degli apostoli sulla chiesa locale?
Sorprendentemente la Scrittura dice: “i
discepoli erano ripieni di gioia di Spirito Santo.” Avevano un desiderio di
condurre la vita in Cristo che gli apostoli aveva impartito loro.
C’è una grande differenza tra i cristiani di allora e quelli
di oggi. In quel tempo i credenti erano una famiglia che condivideva la propria
esistenza tra di loro; non frequentarono soltanto la messa o il culto di
domenica mattina. Questo non ha nulla a che
fare con il cristianesimo del Nuovo Testamento.
Quando
gli apostoli partirono i nuovi convertiti, invece di sentirsi
abbandonati o smarriti, erano ripieni di gioia e di
spirito santo perché il Cristo risorto e glorificato restava con loro:
erano il
corpo suo in quella città. Essi si distinsero dai discepoli di oggi che
hanno
un “pastore” fisso e vogliono nutrirsi da lui.
Ci sono pastori nella Scrittura, ma questi non sono apostoli che Dio
suscita fra i santificati del luogo per occuparsi dei loro fratelli in
fede.
Una delle ragioni per le quali tanti convertiti dei nostri giorni non
sono
ripieni dello spirito è che qualcun altro prende la guida al posto di
Dio.
Se consideriamo questi due capitoli, notiamo che un
principio fondamentale governa l’agire degli apostoli. Essi vanno di luogo in
luogo annunziando il vangelo e fondando delle chiese. In nessuna parte li
vediamo stabilirsi per pascere e istruire i convertiti o per assumere in
qualche modo la responsabilità nelle chiese fondate da loro.
SULLA VIA DEL RITORNO
All’andata il loro primo pensiero fu quello di fondare delle
chiese, mentre nel ritorno la loro attività primaria consisteva nel consolidare
ed edificare le chiese.
Acts 14:21-22 E,
dopo aver evangelizzato quella città e fatto molti discepoli, se ne ritornarono
a Listra, a Iconio e ad Antiochia, confermando gli animi dei discepoli e
esortandoli a perseverare nella fede, e dicendo che attraverso molte afflizioni
dobbiamo entrare nel regno di Dio.
Tra la partenza degli apostoli e il loro ritorno c’era un
periodo di circa un anno durante il quale fondarono tante chiese. All’andata
fondavano le chiese e al ritorno le consolidavano ma NON SI STABILIRONO IN NESSUN
LUOGO.
VENGONO COSTITUITI DEGLI ANZIANI
Invece di decidere quale apostolo dovesse rimanere in questo
o quel luogo leggiamo:
Att 14:23 E dopo
aver designato per loro degli anziani in ciascuna chiesa, avendo pregato e
digiunato, li raccomandarono al Signore nel quale avevano creduto.
Come i fratelli di Antiochia avevano raccomandato gli
apostoli “alla grazia di Dio” per l'opera di fondare le chiese (14:26) senza interferire con il loro operato,
gli apostoli stabilirono dei credenti maturi scelti dai discepoli del luogo
come anziani o sorveglianti della chiesa locale. La parola “designato” in greco
è χειροτονέω (cheirotoneō) e significa “stendere la mano per votare” e
indicherebbe che la chiesa stessa sceglieva i propri anziani e gli apostoli
confermarono la scelta mediante l’imposizione delle mani identificandosi con
loro. Questi anziani (o vescovi) avevano
la responsabilità di pascere, insegnare e amministrare la comunità dei
credenti. Non dovevano sostituire i fratelli nel luogo ma assumevano il ruolo
di sorveglianti e pastori.
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